settembre 2011
Il piacere della diversità
Sotto il tetto di “via Montereale” hanno sostato tanti personaggi. Tanti scrittori, artisti, comunità. Ognuno con proprie caratteristiche, cultura, abitudini, ognuno con qualcosa da dare di prezioso come la sua diversità. Abbiamo scoperto, confrontandoci con le culture altre in maniera diretta i contorni e il valore della nostra diversità, attraverso paragoni, similitudini, riflessioni sui modi distinti del sentire, del pensare, del manifestare l’essenza delle varie realtà. Tutto questo ci ha permesso di considerare il perché noi siamo mentalmente strutturati in un certo modo ed altri in un modo differente; ci ha permesso di conoscere perciò meglio le nostre radici. Ma abbiamo soprattutto avuto un notevole contributo di idee che ci ha fatto sentire la globalizzazione meno traumatica e divertente nelle sue possibili alternative. Alla fine, ogni esperienza ci ha indotto a credere che la nostra appartenenza al mondo intero non fosse in alcun modo lesiva delle nostre radici e delle nostre tradizioni, anzi, ci ha aiutato in una maggiore coscienza di appartenenza. Parafrasando Pirandello quando afferma “il piacere dell’onestà”, dunque, crediamo di poter riconoscere nella diversità uno dei segni più simbolici e una delle opportunità del presente e del futuro che ci stiamo apprestando a vivere, come l’onestà cui fa riferimento Pirandello ha caratterizzato un’intera stagione non solo letteraria italiana d’altri tempi.
Ludovica Cantarutti