giugno 2011
Cicoria s’è rifatta il trucco
Cicoria ha anche una sua storia estetica. I primi passi li ha mossi con la grafica di Mario Alimede che dopo averla tenuta a battesimo per molti anni ha siglato il nostro periodico in crescita. Successivamente ha passato la mano a Nicoletta De Bellis (neomamma per la seconda volta, alla quale vanno tutti gli auguri del Consiglio e della redazione) che ha trasformato Cicoria in un periodico tascabile e di facile lettura, dandogli un’armoniosa e sempre più piacevole veste. Da poco più di un anno a comandare la grafica c’è Giuseppe D’Orsi dello studio D’Orsi Palmisano Srl di Pordenone, giovane creativo, ma con alle spalle già esperienze internazionali. E noi siamo dalla parte dei giovani e pertanto con D’Orsi si continua a credere nella creatività di chi guarda al futuro con speranza ed ambizioni di riuscita. Dalle prime copie in cui non appariva alcuna foto oggi Cicoria gode di una quadricromia, come il trucco rinnovato di una bella signora, che ci permette di regalare ai lettori testimonianze di luoghi e persone in maniera più vivida. Spesso grazie alle fotografie di Udo Koehler, collaboratore costante della nostra Associazione.
In questo numero di Cicoria non cala la passione per l’Africa e l’Armenia. Su quest’ultima abbiamo avviato quest’anno il terzo capitolo del nostro progetto per farne conoscere storia e tradizioni, cultura ed arte. L’Africa, si sa, è il nostro cavallo di battaglia con la fortuna di avere un collaboratore d’eccezione come Vanni Beltrami del quale presentiamo e presenteremo una serie di articoli sul Sahara. E poi i Curdi ed un Taccuino Berbero che prende l’avvio in questo numero e proseguire in seguito. Infine, l’apprezzata schiera dei collaboratori che trattano le materia più “delicate”, da Giacomo De Nuccio, che in redazione chiamiamo affettuosamente il “nostro genio”, Paolo Russo e le sue trattazioni psicologiche puntuali e sentite. E per finire vogliamo sempre sbalordirvi con le esperienze di viaggio di Giovanni Cantoni che non finisce mai di stupirci con le sue “complicazioni internazionali”. Alla fine di tutto grazie anche ai lettori che ci seguono
numerosi e ci dimostrano il loro apprezzamento.
Ludovica Cantarutti